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Perché scegli sempre persone sbagliate?

Aggiornamento: 24 lug

Le 5 radici invisibili (e come iniziare a guarire)


La verità che fa male… ma può guarire


Cinzia ha 41 anni. È intelligente, empatica, brillante.

Eppure, ogni volta che si innamora, finisce in relazioni che la consumano.

Uomini emotivamente non disponibili, che si avvicinano solo per poi sparire.


Lei li aspetta. Li giustifica. Li idealizza.

E poi, inevitabilmente, resta con il cuore in pezzi e mille domande in testa:


«Cosa c’è che non va in me?»
«Perché scelgo sempre chi non mi sceglie davvero?»
«È come se ci fosse un magnete che mi attira verso chi mi farà male.»

Questa non è solo la storia di Cinzia. È la storia di tante donne. Forse anche la tua.

E non è una colpa. È un copione emotivo. Ma può cambiare. Con consapevolezza, con cura, con una guida gentile.


Perché ti innamori sempre della persona sbagliata?


Quando vivi relazioni che sembrano sempre uguali — fatte di attese, dubbi, silenzi — non è questione di sfortuna o ingenuità.

È un meccanismo interno che si ripete: un copione che affonda le radici nella tua storia emotiva e nei bisogni più profondi, a volte mai visti.


Ecco le radici più frequenti che emergono nei percorsi di counseling.


1. L’attaccamento emotivo può guidare le tue scelte


Secondo alcuni modelli psicologici, come quello dell’attaccamento, il modo in cui siamo stati accuditi da bambini influenza profondamente il nostro modo di vivere l’amore da adulti.


Se hai vissuto legami instabili, poco chiari, ambivalenti, potresti ritrovarti attratta (inconsciamente) da relazioni simili: intense, ma piene di mancanze.


Non stai scegliendo con la mente.

Stai cercando una forma nota di legame, qualcosa che ti sembra “casa”, anche quando fa male.


2. Cerchi ciò che conosci, non ciò che ti fa bene


La Schema Therapy parla di schemi relazionali precoci: modalità apprese nell’infanzia che tendiamo a ripetere anche da adulte.


Se hai interiorizzato l’idea che l’amore si debba conquistare, potresti trovare attraente chi ti fa sentire invisibile, insicura o non abbastanza.


Non è masochismo. È familiarità emotiva.

Il corpo riconosce quel vuoto e cerca, inconsciamente, di riempirlo con chi non può farlo.


3. L’intensità non è amore. È attivazione.


Alcune relazioni funzionano come una dipendenza: ti fanno sentire viva, e poi vuota.

È un meccanismo noto come rinforzo intermittente: l’affetto arriva a ondate; quando manca, entri in una sorta di “astinenza”.


Speri nel prossimo messaggio, nella prossima carezza, nella prossima attenzione.


Non è amore.

È altalena emotiva.

È sistema nervoso in allerta.


E più stai male, più ti convinci che dev’esserci un senso. Ma il senso non è lì. È in te, non in chi scappa.


4. La tua immagine di te può influenzare chi scegli


Se dentro di te vive l’idea di “non valere abbastanza”, potresti attrarre persone che rinforzano questa visione.

Secondo la psicologia umanistica, più è grande la distanza tra chi sei davvero e come vorresti sentirti, più soffri.


A volte, quindi, scegli partner che allargano quella distanza, anziché colmarla, perché sembrano confermare ciò che già temi di essere: non abbastanza. Troppo. Sbagliata.


5. Cerchi riparazione, non relazione


Questa è forse la radice più delicata.

A volte, non cerchiamo davvero un compagno o una compagna: cerchiamo una salvezza, una conferma, una riparazione.


Cerchiamo chi colmi le nostre mancanze, chi prometta che stavolta sarà diverso, che resterà.


Ma una relazione sana nasce tra due persone intere, non da una metà affamata d’amore e un’altra che non sa nutrire.



E adesso?



Guardarsi dentro è il primo passo, ma va fatto senza giudizio, con rispetto per il tempo che è servito a sopravvivere e gratitudine per quei meccanismi che ti hanno protetta.


Ora, però, puoi scegliere altro.

Puoi smettere di rincorrere.

Puoi iniziare a tornare a casa.


Un videocorso per te


Scegli sempre persone sbagliate, se ti riconosci in queste parole, ho creato un percorso che potrebbe essere il primo passo.


«Autostima è tornare a casa, dentro di te.»

È un videocorso dedicato a chi desidera capire, davvero, cosa si muove dentro le proprie scelte.


Dentro troverai:


  • Una guida passo passo tra teoria dell’attaccamento, voci interiori, sfumature e consapevolezza

  • Esercizi interiori per riscrivere i tuoi schemi affettivi

  • Tanta cura, accoglienza, profondità

scegli sempre persone sbagliate





Un piccolo rituale trasformativo



  1. Prenditi dieci minuti.

  2. Scrivi una lettera alla parte di te che si è accontentata: raccontale la stanchezza, la delusione, la rabbia.

  3. Ringraziala: ti ha protetta.

  4. Concludi promettendoti che da oggi inizierai a vivere intera, non a metà, e soprattutto non da sola.






Segnali da ascoltare



  • Ti accontenti delle briciole?

  • Ti senti sempre in attesa?

  • Ti sembra di amare più di quanto sei amata?



Questi non sono difetti.

Sono campanelli d’allarme. Meritano attenzione. Meriti di ascoltarti.




P.S.


Questo articolo propone strumenti e riflessioni ispirati a modelli psicologici, ma il mio lavoro si colloca nell’ambito del counseling relazionale: uno spazio sicuro e non giudicante in cui puoi riconoscerti, esplorarti e iniziare a scegliere diversamente.


Il counseling non si occupa di disturbi psichici, non fa diagnosi, non cura.

Accompagna. Sostiene. Illumina zone d’ombra. E ti aiuta a riscrivere la tua narrazione interiore.




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Chi sono

scegli sempre persone sbagliate

Mi chiamo Veronica Compagnoni.

Sono educatrice, counselor relazionale sistemica e consulente d’immagine.

Con Bi accompagno donne e uomini che vogliono tornare a casa: dentro di sé, nel proprio corpo, nella propria verità.


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